Non una delle canzoni più famose di Stefano Rosso, ma nonostante ciò, mantiene elevato lo standard qualitativo di questo suo eccezionale album di debutto.
Nell'arrangiamento questa volta a farla da padrone sono un bellissimo piano elettrico e delle svisate di chitarra distorta, mentre la ritmica è affidata ad una chitarra acustica.
Non mancano anche questa volta auto-citazioni ironiche ("E fra gli artisti e le puttane nei caffè turno di notte noi da buoni vecchi ladri rubavamo frasi fatte") e riferimenti alla vita di tutti i giorni con tutte le sue problematiche (povertà, case popolari).
Non ci sono per ora nastri che documentano esecuzioni live di questa canzone, ed è un peccato, ma la speranza è sempre quella che magari salti fuori qualche registrazioni amatoriale fatta da qualche fan durante i numerosi concerti fatti da Stefano nella sua carriera.
NON GIOCO PIU'
La luna che guardava
due matti ad ascoltare
l'amico che cantava
quel caro vecchio frac
e il vicolo era stretto
la povertà' era grande
buttandosi dal letto
qualcuno disse basta
E fra gli artisti e le puttane
nei caffè turno di notte
noi da buoni vecchi ladri
rubavamo frasi fatte
La la la pallina gira e va
ma il croupier lui dice "Rien va plus"
la la la lasciatemi giocar
ma mi fanno segno d'aspettar
E un libro di poesie
rubò i pensieri miei
e un impegnato ambiguo
rubò l'ingenuita'
le scarpe sono strette
come la povertà
ma con un cacciavite
smantelli una città
E la casa popolare
con una medaglia d'oro
fra i tuoi panni stesi al sole
cavaliere del lavoro
La la la pallina gira e va
ma il croupier lui dice "Rien va plus"
la la la lasciatemi giocar
ma mi fanno segno di aspettar
E il medico di guardia
che sta al pronto soccorso
mi dice che il collega
e' urgente più di te
poi al cinema d'essai
col caso Matteotti
che ho visto già sei volte
lui si commuoverà
E la storia e' stata scritta
certo col sangue dei vinti
e qualcuno l'ha già detto
ma c'e' ancora chi ci scrive
e ci veste una canzone
per far prendere coscienza
evitando così i rischi
di cantare e prender fischi
La la la pallina ferma stà
e il croupier non dice "Rien va plus"
la la la fortuna vuoi tentar
mi dispiace ma non gioco più
La la la la la la la la la
La la la la la la la la
L'angolo degli accordi:
Do
La luna che guardava
Rem
due matti ad ascoltare
Fa
l'amico che cantava
Fa Do
quel caro vecchio frac
Rem
e il vicolo era stretto
Sol Do
la povertà' era grande
Rem
buttandosi dal letto
Sol Do
qualcuno disse basta
E fra gli artisti e le puttane
Rem
nei caffè turno di notte
noi da buoni vecchi ladri
Do Sol
rubavamo frasi fatte
Do Rem
La la la pallina gira e va
Sol Do
ma il croupier lui dice "Rien va plus"
Rem
la la la lasciatemi giocar
Sol Do
ma mi fanno segno d'aspettar
E un libro di poesie
Rem
rubò i pensieri miei
Fa
e un impegnato ambiguo
Do
rubò l'ingenuita'
Rem
le scarpe sono strette
Do
come la povertà
Do Rem
ma con un cacciavite
Sol Do
smantelli una città
E la casa popolare
Rem
con una medaglia d'oro
Fa
fra i tuoi panni stesi al sole
Do Sol
cavaliere del lavoro
Do Rem
La la la pallina gira e va
Sol Do
ma il croupier lui dice "Rien va plus"
Rem
la la la lasciatemi giocar
Sol Do
ma mi fanno segno di aspettar
E il medico di guardia
Rem
che sta al pronto soccorso
Fa
mi dice che il collega
Do
e' urgente più di te
poi al cinema d'essai
Rem Do
col caso Matteotti
Rem
che ho visto già sei volte
Sol Do
lui si commuoverà
E la storia e' stata scritta
Rem
certo col sangue dei vinti
Fa
e qualcuno già l'ha detto
Do Sol
ma c'e' ancora chi ci scrive
Do
e ci veste una canzone
Rem
per far prendere coscienza
Fa
evitando così i rischi
Sol
di cantare e prender fischi
Do Rem
La la la pallina ferma stà
Sol Do
e il croupier non dice "Rien va plus"
Rem
la la la fortuna vuoi tentar
Sol Do
mi dispiace ma non gioco più
Rem
La la la la la la la la la la
Sol Do
La la la la la la la la la
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