Canzone molto triste e toccante quella che Stefano Rosso dedica a Giorgiana Masi, la sfortunata ragazza che perse la vita il 12 maggio 1977 a Roma durante una manifestazione del Partito Radicale.
Erano anni difficili gli anni '70, non a caso denominati "anni di piombo".
Gli episodi di violenza erano frequenti, il clima politico era rovente e le manifestazioni spesso purtroppo sfociavano in episodi di violenza.
Lo stesso Stefano ricorda che quel 12 maggio del '77 si trovò involontariamente in mezzo ai disordini presso Ponte Garibaldi, insieme al fratello Tonino e cercò rifugio scappando verso il bar di un amico che stava a San Francesco a Ripa, che però in preda alla paura non volle aprire la saracinesca del negozio, allora Stefano e suo fratello riuscirono a rifugiarsi su un terrazzo dopo aver buttato giù a spallate un portoncino accanto al bar.
Scosso da questo clima di violenza e una volta al corrente della tragica notizia della morte della ragazza, Rosso si mise al pianoforte e partorì la toccante "Bologna '77".
Il pezzo, e non potrebbe essere altrimenti, è permeato di tristezza, con Rosso che per una volta abbandona l'amata chitarra per relegare a ruolo di protagonista il piano, più adatto per l'atmosfera e l'incedere della canzone.
A proposito della canzone Stefano Rosso ricorda: "Bologna '77 venne maldigerita dai dirigenti della RCA e venne relegata come fatto minore, trattandosi di uno di noi, e non di un vile assasinio e fu messa nel dimenticatoio".
BOLOGNA '77
L'inverno passava qualcuno di lì
Il nastro girava, suonava Lilly,
Girava il pallone, lo stadio impazzì
La voce tremava, l'inverno finì.
E poi primavera, e qualcosa cambiò
Qualcuno moriva, e su un ponte lasciò
Lasciò i suoi 20 anni e qualcosa di più
E dentro i miei panni, la rabbia che tu
Da sempre mi dai, parlando per me
Scavando nei pensieri miei,
Guardandomi poi dall'alto all'ingiù e forse io valgo di più.
L'estate moriva, Bologna tremò,
La dalia fioriva e la gente pensò
Dei tanti domani vestiti di jeans
Chiamandoli strani, ma non fu così
E quando m'incontri, che pensi di me
Tu sappi che il sole che splende è per te
E il grano che nasce, e l'acqua che va
E' un dono di tutti, padroni non ha
E il grano che nasce, e l'acqua che va
E' un dono di tutti, padroni non ha.
L'angolo degli accordi:
Sol Do Re Mim
L'inverno passava qualcuno di lì
Sol Do Re Sol
Il nastro girava, suonava Lilly,
Sol Do Re Mim
Girava il pallone, lo stadio impazzì
Sol Do Re Sol
La voce tremava, l'inverno finì.
Sol Do Re Mim
E poi primavera, e qualcosa cambiò
Sol Do Re Sol
Qualcuno moriva, e su un ponte lasciò
Sol Do Re Mim
Lasciò i suoi 20 anni e qualcosa di più
Sol Do Re Sol
E dentro i miei panni, la rabbia che tu
Do Re7 Sol Mim
Da sempre mi dai, parlando per me
Do Re Sol
Scavando nei pensieri miei,
Do Re7 Sol Mim Do Re Sol
Guardandomi poi dall'alto all'ingiù e forse io valgo di più.
Sol Do Re Mim
L'estate moriva, Bologna tremò,
Sol Do Re Sol
La dalia fioriva e la gente pensò
Sol Do Re Mim
Dei tanti domani vestiti di jeans
Sol Do Re Sol
Chiamandoli strani, ma non fu così
Sib Mib Fa Solm
E quando m'incontri, che pensi di me
Sib Mib Fa Sib
Tu sappi che il sole che splende è per te
Sib Mib Fa Solm
E il grano che nasce, e l'acqua che va
Sib Mib Fa Sib
E' un dono di tutti, padroni non ha
Sib Mib Fa Solm
E il grano che nasce, e l'acqua che va
Sib Mib Fa Sib
E' un dono di tutti, padroni non ha.
Però il titolo della canzone direbbe qualcosa di più del tributo a Giorgiana Masi, è un tributo all'intero movimento del '77 che vede il suo epilogo con il convegno di Bologna. L'evento molto temuto dall'establishment non ebbe le temute esplosioni di violenza anche per l'accoglienza della città che seppe evitare ogni forma di provocazione. "quei tanti domani vestiti di jeans" furono accolti fraternamente e non successe nulla di quello che si era temuto. Il tributo di Rosso ha ancora più valore per il fatto che, mentre il '68 ha trovato una sua letteratura celebrativa, il '77 ne è quasi privo. Come hanno scritto Balestrini e Moroni nell'Orda D'oro: "Il 77 non è stato come il 68. Il 68 era contestatario, il 77 è stato radicalmente alternativo. Per questa ragione, la versione ufficiale presenta il 68 come il buono e il 77 come il cattivo; in effetti il 68 ha recuperato mentre il 77 è stato annientato. Per questa ragione il 77 non potrà mai, a differenza del 68, essere oggetto di celebrazioni facili." Onore a Stefano Rosso che lo cantò in questa canzone che resta, nonostante la damnatio memoriae, nella cultura del nostro tempo.
RispondiEliminaCiao,nel filmato TV che anticipava l'uscita del docu-film su Stefano Rosso si sono viste due esecuzioni particolari tratte da un concerto di cui però non trovo traccia.
RispondiEliminaIn quel servizio televisivo in cui intervistano Simone Avincola, servizio peraltro che si può trovare su YouTube, si vedono appunto due esecuzioni che mi piacerebbe recuperare, la prima è "Una Storia Disonestà" la seconda "Bologna '77".
Tu sai qualcosa di quel concerto?
Nel caso avessi o ne trovassi materiale in giro potresti gentilmente pubblicarlo? Grazie!
Ciao ragazzi. SUono la chitarra, e mi sono reso conto di un errore, niente di che.
RispondiEliminaSol Do Re Mim
L'inverno passava qualcuno di lì
Sol Do Re Sol
Il nastro girava, suonava Lilly,
Il MIm al primo rigo dovrebbe essere un SOL maggiore.
Il primo Sol maggiore, al secondo rigo, dovrebbe essere invece un MIm.
Di conseguenza, il giro corretto è:
SOL DO RE SOL
MIm DO RE SOL.
Poi lo schema si ripete anche sotto :)
Mi accorgo anche di un DO al posto di un LAm.
EliminaSOL DO RE SOL
MIm LAm RE SOL